Fonte immagine: A.V. Gentile, Angolo romito,, Milano, Madella, 1914.
Protagoniste sono due giovanette, che trovano nella reciproca compagnia ed affetto il modo di sopravvivere alle disavventure che le colgono. Bianca, giovane milanese rimasta orfana, si trasferisce tra le montagne in casa della zia, proprietaria di una cartiera, vedova e madre di due ragazzini, Roberto e Maria. Ma anche Maria è come se fosse orfana, perché la madre non ha occhi che per il figlio, e lo fa crescere prepotente e viziato, trascurando la dolcissima bimba. Maria è anzi vittima delle crudeltà del fratello, che dopo dispetti di ogni genere la colpisce agli occhi ferendola gravemente.
Per sua fortuna Bianca con il suo costante affetto riesce a rincuorarla, ed un giovane medico trova una cura che ridarà la vista a Maria, sia pure dopo molte sofferenze. La malattia di Maria e l’intervento del medico sono una occasione per Bianca per approfondire la conoscenza di Piero, il giovane ingegnere che dirige la cartiera, che si innamora, ricambiato, della fanciulla. Delle due giovani, Bianca e Maria, solo la seconda riuscirà compiutamente a soddisfare il suo sogno di felicità, innamorandosi qualche anno più tardi del medico che l’ha salvata. Il destino di Bianca sarà invece segnato da nuove sventure, e dalla forza della rassegnazione cristiana che gliele farà accettare.
Come in molti romanzi della Vertua, non si può dimenticare di citare tra i protagonisti del romanzo la natura, con le montagne, i torrenti, i boschi, il lago in lontananza. Natura che entusiasma, consola o accompagna dolcemente i sentimenti dei protagonisti e le loro vicende. Il sentimento religioso, altra costante delle trame di questa scrittrice, vive questa volta intense pagine con Bianca protagonista e con la sua accettazione della morte del fidanzato, senza bisogno di figure di intermediazione quali suore o curati. Viene da considerare che questo romanzo fu scritto poco dopo la morte del figlio della Vertua, e che l’accettazione delle disgrazie da parte di Bianca possa contenere note autobiografiche dell’autrice.
Sinossi a cura di G. Dodero, in "Liber liber", online: Liber Liber
Sbarcando sulla riva deserta del villaggio, raggruppato alla scogliera, Bianca Lionello ebbe a rimanere incresciosamente sorpresa. Nessuno era lì ad incontrarla; manco un contadinello, che la guidasse alla cartiera. E pure ella aveva annunciato chiaramente e precisamente il giorno e l’ora del suo arrivo. Che non avessero ricevuto la sua lettera? Che fosse un segno di scortesia?… Un volere, subito, trattarla da intrusa?… O pure, si trattava forse d’un semplice ritardo?… Questo doveva essere; ell’era una stupida a stillarsi il cervello, ad amareggiarsi per un niente. Poteva aspettare; qualcuno sarebbe venuto, che diamine! Il barcaiuolo che l’aveva tragittata dal battello a vapore, a riva, tarchiato, abbronzito, brusco, che non invitava punto al conversare, assicurò la barca, fece di cappello e si perdette per uno dei viottoli tagliati nel sasso, che guidavano al villaggio.
Fonte immagini: A.V. Gentile, Di sopra i tetti, Milano, Madella, 1915.
Anna Vertua Gentile si è occupata di educazione, e attraverso le sue opere ha offerto modelli di comportamento come Come devo comportarmi? (1897), in cui offre saggi consigli per tutte le occasioni: da come devono porsi mogli e mariti, nobildonne e gentiluomini, fino a come devono comportarsi le scrittrici con i loro editori.
Il libro è liberamente consultabile online sul sito: Biblioteca Italiana delle donne
E.S. Gardner, Perry Mason e la salma in fuga, Milano, Mondadori, s.d. (The case of the runaway corpse, 1954).
Edward Davenport, magnate delle miniere, si sente male in un autocampeggio e muore, assistito da un medico e dalla moglie prontamente accorsa. Senonché, prima di morire, Davenport aveva pronunciate chiare accuse di veneficio contro la signora, e il medico si rifiuta di compilare il certificato di morte e chiama la polizia. Nell'attesa, la salma scappa dalla finestra, in pigiama. Di qui un seguito di complicazioni e l'accusa di ben due omicidi per la povera signora Davenport che innocente si vede ben vicina alla camera a gas. Ma il suo difensore è Perry Mason l'avvocato che si batte strenuamente per i suoi patrocinati, e l'Accusa è rappresentata, rara avis, da un Procuratore Distrettuale senza prevenzioni e disposto a collaborare col difensore per il trionfo della giustizia. Così da questa specie di idillio fra Accusa e Difesa viene a galla un susseguirsi quasi allucinante di episodi drammatici finché la verità sfolgora e la giustizia trionfa.
Trama tratta da: Anobii
E.S. Gardner, Perry Mason sul filo del rasoio, Milano, Mondadori, anno incerto. (The case of the bigamous spouse, 1961)
.Tutto ha inizio quando Gwynn Elstron, nella speranza di vendere un'enciclopedia per ragazzi, entra in casa Gillet. Frankie è un bambino simpatico, non ha niente di diverso dai suoi coetanei, eppure Gwynn rimane sbalordita nel vederlo. Tanto sbalordita che gli chiede di mostrarle una fotografia di suo padre. A questo punto lo stupore si muta in sgomento: il padre di Frankie Gilletr è, senza fubbio, molto, troppo rassomigliante a Felting Grimes, marito della migliore amica di Gwynn. E Gwynn non crede alle coincidenze: Gillet e Grimes "devono" essere la stessa persona... Quando poi Felting Grimes la invita con insistenza a bere un gin che, secondo lei, deve essere avvelenato, Gwynn fa l'unica cosa possibile: corre da Perry Mason. Giusto in tempo. Infatti poco dopo Felting Grimes viene trovato morto, con una pallottola in corpo, e se Gwynn non avesse Perry dalla sua parte le cose, per lei, si metterebbero male.
Trama tratta da: Anobii
Si potrebbe definire quest’opera, edita per la prima volta nel 1910, romanzo delle finzioni per eccellenza: Lara, la bellissima trovatella arrivata come dal nulla nel triste castello residenza di Agnese Maccard, viene fatta passare per la nipote del giardiniere Domenico (prima finzione) e, una volta cresciuta, si fingerà (finzione principale) buona, dolce, casta e pura per riuscire a soddisfare (per mezzo della seduzione e persino attraverso il delitto) la sua sete di ricchezze e di onori. Questa, per sommi capi, l’ossatura del romanzo: ma a questa trama (in ogni senso) se ne aggiungono numerose altre che la affiancano o vi si sovrappongono, sommando finzione a finzione, in un turbinio di vicende drammatiche e sinistre. Ma tanta "catastrofe" trova la propria "catarsi" finale e, come sempre, tutto si risolve per il meglio(*1).
1- C. Invernizio, Lara l'avventuriera, Milano, Mursia, 1989, con una presentazione di R. Fedi. Quarta di copertina.
2- Fonte immagine: C. Invernizio, Lara l'avventuriera, Firenze, Salani, 1978.
Carolina Invernizio mescola sapientemente realtà e finzione, attingendo, in diversi casi, le trame dei suoi romanzi dai casi di cronaca più letti sui giornali. Lara l’avventuriera è ispirato a Eva Giovanna Antonietta Cattermole (1849-1896) più conosciuta con il nom de plume: Contessa Lara(*1). Poetessa, scrittrice, e giornalista, Evelina Cattermole è una donna eclettica, capace di muoversi nel mondo delle lettere e della stampa(*2). Così fino a quando la sua vita finisce in prima pagina. Nel 1871 Evelina sposa Francesco Saverio Eugenio Mancini, ufficiale dei bersaglieri e rampollo di famiglia ricca, che si oppone all’unione a causa delle origini umili della bella Evelina(*3). Qualche anno dopo, lo scandalo: Evelina si innamora di Giuseppe Bennati di Baylon, un veneziano segretario capo del Banco di Napoli, amico del marito(*4). I due, nel 1975, vengono colti in flagrante dal marito, che sfida Bennati a duello, uccidendolo. Cattermole firma allora un patto di separazione che le concede un misero assegno e la obbliga ad abbandonare la città. In seguito Cattermole affronta tutte le difficoltà di una donna sola e considerata fedifraga, ma riesce a mantenersi curando una rubrica per <
1- A. Briganti, Cattermole, Eva Giovanna Antonietta, in "Dizionario Biografico degli Italiani", V.22, 1979, online: Treccani.
2- S. Trombetta, Evelina Cattermole, in "150 anni" online: 150 anni.
3- Briganti, Cattermole, Eva Giovanna Antonietta, cit.
4- Ibid.
5- F. Pozzo, Il mondo oscuro di Carolina Invernizio, , 14 novembre 2018, in "Rivista Savej", online: Rivista Savej.
Edizioni in foto rispettivamente del 1955 - 1954 - 1954 - 1954 - 1955. Edite da "Paoline"".
Serie di volumi adatti alle varie categorie di persone, secondo l'età della vita. Le adolescenti, le giovani, le fidanzate, le spose, le mamme, le donne nubili, hanno in questi volumi una guida sicura per i difficili compiti che la vita loro impone. Tutto riuscirà bene, se la vita è animata d'Amore Cristiano.
Edizione del 1955
Edizione del 1954
Era une bella giovane, intelligente e sana, maestra di professione. Orfana, modesta e pia di carattere, aveva trovato un posto in campagna e si dedicava con passione alla sua professione. Un giorno fece la conoscenza di un signore «assai colto» e che aveva letto molto. Egli le portò libri di differenti specie: fra i quali alcuni scritti da autori senza fede. Dapprincipio essa rimase stupita e disgustata dalle strane teorie; la sua anima, pura sino allora, ne fu turbata e ad un tratto si annunciarono in lei degli istinti ribelli che non aveva mai conosciuto. L’istruito signore le disse che quella era la vita vera, che ella aveva «il diritto di vivere». E la misera abboccò all’àmo. In poco tempo perdette completamente la sua fede, e poi l’uomo la tirò in un tale abisso di male, che ella giunse ad uccidere con le sue stesse mani la creatura ch’era nata da questa relazione illecita. […] Dovette lasciare il posto, fu abbandonata dal suo seduttore, e si ridusse a condurre una vita di stenti. Finché una notte fu trovata sola, abbandonata da tutti, senza casa e senza pane, fu trasportata all’ospedale. Là trovò una buona infermiera e un buon sacerdote, che l’aiutarono a riabilitarsi; visse ancora qualche anno espiando e piangendo amaramente il suo fallo.(*1)
1- M. Mazzel, Boccioli in fiore : istruzioni per signorine, Milano, Paoline, 1955, pp. 212-213.
Edizione del 1954
Se sei stata una buona figliola, non avrai certamente trovato pesante il giogo dell’ubbidienza ai genitori; e se sei una buona sposa neppure troverai pesante quello dell’ubbidienza a tuo marito. Se poi non fossi stata una buona ragazza, e non fossi ora una buona moglie saresti fuori dall’ordine e sarebbe tuo dovere fare di tutto per rientrarvi. La sottomissione al marito è poi un gioco leggero perché, come tutti gli altri doveri, è un derivato da quello dell’amore, che deve essere docile e ubbidiente. Ora ciò che è imposto dall’amore è sempre leggero, è sempre dolce e soave.(*2)
Quindi, anche se la sottomissione non ti fosse comandata da Dio come un dovere, tu dovresti, dato il carattere di tuo marito, adottarla spontaneamente per amore della pace, come un minor male. Invece, essendo essa un dovere, tu ne hai maggior merito presso Dio; e inoltre ne ritrai il conforto di avere compiuta la volontà di Lui, [..] e di aver acquistato una specie di diritto alla sua grazia che ti conforta in questa vita, e alla sua giustizia che ti premia nell’altra.(*3)
2- M. Mazzel, Amore di sposa: istruzioni per spose, Milano, Paoline, 1954, p. 33.
3- Ivi, p. 34.
Da una parte la marchesa Cambiasi, detta Liala: nobile, bella, ricca e con una vita che ha trasformato in romanzo. Dall’altra Mura, un nom de plume sotto cui si cela Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri, che fa della trasgressione il suo marchio di fabbrica, ma che è anche di origini modeste.
Liala legge un suo romanzo "Piccola", e ne rimane così incantata da voler incontrare la scrittrice, ma tra le due non scatta nessun colpo di fulmine(*1). «Una donna piccolina, un poco formosa, con un grande naso, con poco mento, con bellissimi occhi e un sorriso che non capii se fosse cordiale o inventato»(*2), così Liala descrive la collega. Dopotutto la marchesa, abituata alla sua splendida villa a Varese, non può che rimanere disgustata dalla dimessa cascina di Gavirate dove Mura viveva(*3). In conclusione, le due non si piacevano, e non solo. Mura, comprendendo che temibile rivale potesse essere Liala, cerca anche di ostacolarne il passaggio da Mondadori a Sonzogno, casa editrice a cui lei era legata, per timore di essere spodestata(*4). da quell’ astro nascente del romanzo rosa da signorine per bene(*5).
La scrittrice non si era sbagliata; Mura, dopotutto, era una scrittrice capace, in grado di raccontare storie così pruriginose da togliere il sonno alle lettrici, ma rimaneva pur sempre di origini umili e mezzi scarsi. Liala invece, che vampirizza molte delle idee della collega, non attira il pubblico soltanto con i suoi libri, ma anche attraverso il personaggio che si è creata, che permette le lettrici di sognare due volte(*6): non solo vorrebbero vivere le avventure dei suoi libri, ma anche la vita della scrittrice.
1- V. Palumbo, Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri detta Mura, in "Enciclopedia delle donne", online:Enciclopedia delle donne
2- Ibid.
3- Ibid.
4- Ibid.
5- W. Marossi, Sambadù amore negro: un romanzo che preoccupò Mussolini, 14 giugno 2019, in "Arcipelago Milano", online: Arcipelago Milano
6- P. Violi, Breve storia della letteratura rosa, Perugia, Graphe.it, 2020, p. 23.
Livorno. Anna ("Piccola" per chi le vuole bene) è una bambina precoce, curiosa, sensuale, ribelle alla tranquilla famiglia di provincia e al destino che l'attende. E' l'ansia d'amore che la spinge fra le braccia di Roberto, ufficiale di Marina, uomo sposato, e per questo impossibile. La rinuncia la porterà a due terribili anni di solitudine, ma proprio dalla solitudine nascerà il coraggio di sfidare le convenzioni e di fuggire con il maturo e affascinante conte Rodi, dal passato burrascoso...(*1)
1- Fonte immagine 1: Liala, in "Wikipedia, l'enciclopedia libera" online:Wikipedia.
2- Fonte immagine 2: Marossi, Sambadù amore negro: un romanzo che preoccupò Mussolini, cit., online:Arcipelago Milano.
3- Mura, Piccola, Milano, Sonzogno, 2002, quarta di copertina, online: Unilibro.
4- Edizione in foto: Mura, Piccola, Milano, Sonzogno, 1977.
Prima pagina
R. Sabatini, Il capitano Blood, trad. di I. Lori, Milano, Sonzogno, 1946. (Captain Blood, 1922).
Il capitano Blood (1 ed. 1922)
La sola cosa che Peter Blood desiderasse era vivere in santa pace, esercitando il suo mestiere di medico e fumando a tempo perso la sua pipa. E invece la violenta ribellione contro il re Giacomo II che sul finire del Seicento sconvolge Bridgewater, il paese dell’Inghilterra meridionale in cui Peter si è trasferito dalla natia Irlanda, procura improvvisamente al nostro protagonista la patente di sovversivo e l’accusa infamante di omicida. Sorpreso a curare un ribelle ferito, e ingiustamente processato per aver ordito la congiura, Blood viene ridotto alla condizione di schiavo e spedito nei Caraibi. Alle Barbados sarà comprato dal colonnello Bishop, un ricchissimo proprietario terriero deciso a sfruttare le doti del medico-schiavo, ricambiandone con reiterate violenze e continui soprusi la generosità. Tanto più che Blood avrà il torto di innamorarsi di Arabella, la (bellissima) nipote di Bishop. Finalmente Blood fuggirà – riuscendo a mostrare la sua nobiltà d’animo anche nella fuga – e comincerà così la sua vita di pirata, tra tesori nascosti, arrembaggi, intrighi politici e duelli all’arma bianca. Sempre a fianco del suo inseparabile amico-bucaniere Levasseur, sempre a rischio di cadere nelle grinfie del vendicativo colonnello Bishop, sempre alla ricerca della sua amata Arabella. E nel frattempo, la sua reputazione di pirata salirà, naturalmente, alle stelle… Scritto nel 1922, immediatamente dopo il successo di Scaramouche, Capitan Blood è forse il libro più fortunato di Rafael Sabatini. Nei decenni successivi la sua fama si è diffusa fino a coinvolgere lettori di ogni età e condizione sociale. Blood, in particolare, è stato visto da decine e decine di migliaia di lettori come l’eroe dall’animo nobile capace di averla vinta sulle angherie e le malversazioni di un’aristocrazia cupa ed egoista. La versione cinematografica del romanzo, realizzata nel 1935 da Michael Curtiz, con Errol Flynn nel ruolo di capitan Blood, Olivia de Havilland in quello di Arabella, e Basil Rathbone in quello di Levasseur, rimane un capolavoro insuperato del cinema d’avventura.
Trama tratta da - R. Sabatini, Capitan Blood, trad. di N. Giugliano, Roma, Donzelli, 2009, online: Donzelli editore.
Giuliano e Anzia, figli dei conti d'Arpino, vivono in un'antica proprietà di famiglia immersa nella Brianza. Entrambi anelano a una vita più libera e perciò si scontrano spesso con la rigidità della nonna, una dama austera. Il contrasto si inasprisce quando Giuliano si innamora di Normanna, un'americana in attesa di divorzio e madre di una bambina, Lucilla, artefice inconsapevole di una grande felicità.
Trama tratta da: Liala, Un altare per il mio sogno, Sonzogno, 2011, online: Google Books.
Copertina: Liala, Un altare per il mio sogno, Milano, Sonzogno, 1974.
Sogni e speranze sono racchiusi ne L’ingannevole sogno di Liala (Cappelli, 1963). Ermellina Sogno è una ragazza che vive di onestà e, manco a dirlo, di sogni; Illaria è una ballerina e il suo stile di vita non ha davvero nulla a che fare con quello di Ermellina. Eppure sono amiche. Dal lato maschile, troviamo Attilio, un pilota di auto da corsa spregiudicato e attraente, e infine Luzio, decisamente non una bellezza, ma capace di dare a una donna la solidità economica. A modo suo, si capisce. La seconda guerra mondiale è finita da pochi anni e le ferite sono ancora aperte e, inutile dirlo, lontane dal rimarginarsi. Ilaria ha perduto l’amore in quel terribile conflitto e il suo cuore non riesce ancora a trovare pace. Eppure l’amore non muore mai, nonostante tutto, e cercherà di farsi strada in questo cuore che sta da troppo tempo in apnea, un’apnea che lo sta lentamente uccidendo. Riuscirà questo folle sentimento a vincere anche questa volta? O forse il colpo è stato troppo duro? [...]
Trama tratta da: R. Baldini, L'ingannevole sogno di Liala, 17 settembre 2020, online: Sololibri.net.
Copertina: Liala, L'ingannevole sogno, Milano, Sonzogno, s.d.
Cinzia Linares, dolce fanciulla posta brutalmente davanti alla morte della madre e abbandonata dal fidanzato timoroso di essere coinvolto in uno scandalo, per stordirsi si butterà in una vita disordinata che minerà il suo fisico e rischierà di morire di tubercolosi. Ma nella casa di cura di Davos troverà, con la rinnovata salute, un uomo che dell'amore sa fare un'arte sublime.
Trama tratta da:Goodreads.
Copertina: Liala, La sublime arte di amare, Milano, Sonzogno, 1974.
Un giovane ufficiale inglese di servizio in India, mentre va a caccia sulle coste del golfo del Bengala, nel raccogliere un'oca migratrice da lui uccisa, trova, legato sotto un'ala, uno strano e sconcertante documento: il diario di un capitano della marina mercantile, che racconta come il suo equipaggio, sobillato da due furfanti, gli si sia ribellato, lo abbia derubato di un carico prezioso e se ne sia andato abbandonandolo, solo con il suo cane, sulla sua nave, la Djumna, naufragata sulle coste di un'isola dell'arcipelago delle Andamane. Profondamente commosso e turbato, il giovane ufficiale noleggia una nave e organizza una spedizione di soccorso per ritrovare e salvare il disgraziato capitano, nella speranza che sia ancora vivo. E rintracciato il principale autore del tradimento, che nel frattempo ha eliminato tutti i complici per godersi da solo le ricchezze rubate, lo imbarca come prigioniero per farsi condurre da lui sul luogo del naufragio. Ma il furfante, per salvare la pelle, trama la rovina della spedizione…(*1).
Fonte immagine: E.Salgari, Il capitano della Djumna, Milano, Fabbi, 1968, online: Amazon.
1- Emilio Salgari- Il capitano della Djumna,Allievicvc.it.
Se sei stato un bambino durante i primi anni del 2000, probabilmente conosci Salgari e le avventure di alcuni suoi personaggi come Sandokan senza saperlo:
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Parigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos. I "maledetti aristos", sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall'implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina. Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e ingegnose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra. Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa. Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo? Chi è l'audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa? L'incognita ossessiona l'astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l'alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto geniale. "La primula rossa", primo di un ciclo di romanzi scritto da Emma Orczy, è stato pubblicato nel 1905. Come scrive oggi Hilary Mantel, «la sua vera forza scaturisce dalla vivida qualità cinematografica della scrittura»: le immagini perfettamente inquadrate, l'emotività travolgente dei personaggi e l'equilibrio efficace tra narrazione e dialoghi hanno infatti conquistato generazioni di lettori e ispirato innumerevoli adattamenti per cinema, televisione e teatro.[...]
Foto: E.Orczy, La primula rossa, Firenze, Salani, 1956
Prima di essere un libro, La primula rossa, è stata un'opera teatrale e in seguito un racconto pubblicato a puntate su rivista?
La copia presente nel fondo, purtroppo non in ottimo stato a causa della vecchiaia (è del 1910 dopotutto), propone la storia come veniva pubblicata su rivista, impaginata su due colonne e con le illustrazioni.
Edizione in foto: E. Orczy, La primula rossa, casa editrice sconosciuta, 1910.
Il libro è diventato così popolare che ne hanno tratto anche dei film. Ne trovi oggi due disponibili su youtube, uno del 1932 in inglese e uno del 1982, a colori, in italiano
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Ti sembra un libro interessante? Lo trovi integralmente disponibile a questo link (in inglese): Readcentral.com.
Edizione in foto: G. Scerbanenco,La bambola cieca,, Milano, La nave di Teseo, 2020, online: Ibs.it
La bambola cieca (1 ed. 1941)
Il professor Linden è l'unico chirurgo che, tramite una delicata operazione, abbia la possibilità di far tornare la vista al miliardario Alberto Déravans, rimasto cieco in un incidente automobilistico. Ma Linden, a pochi giorni dall'intervento, viene minacciato di morte nel caso l’operazione venga portata a compimento. Non sapendo che tracce seguire, il capitano Sunder decide di affidare l'indagine ad Arthur Jelling, un archivista della polizia che, pur non essendo un detective, possiede brillanti capacità deduttive. Nonostante ciò l'assassinio di Linden viene compiuto poco prima dell'entrata in sala operatoria. Chi vuole impedire a Déravans di vedere nuovamente? E perché? Jelling compie le sue indagini scrutando i volti, i comportamenti e i gesti di tutti gli individui che hanno a che fare con Déravans. Finché un giorno, all'interno della clinica, viene trovata una bambola dagli occhi cavati...
Le preziose ristampe scerbanenchiane della Sellerio proseguono con il secondo episodio delle investigazioni di Arthur Jelling. Il romanzo fu pubblicato originariamente nel 1941 come numero 254 della collana I Libri Gialli Mondadori, ossia poco prima che le pubblicazioni della storica serie venissero interrotte per volontà del regime fascista. Del resto il genere 'giallo' sotto il Fascismo fu soggetto a rigidi schemi e imposizioni, tra i quali l'obbligo di far vestire i panni dell'assassino esclusivamente a cittadini stranieri, dato che nell'Italia di Mussolini la delinquenza era da ritenersi completamente debellata. Perciò quasi tutti gli italici giallisti (tranne Augusto De Angelis) preferirono ambientare le loro storie fuori dalla nostra penisola. Non fa eccezione Scerbanenco che, come scenario per il ciclo di Jelling, sceglie la città di Boston negli Stati Uniti (all'epoca non ancora entrati in guerra), ricreandola peraltro - dato che non c'era mai stato - con il solo ausilio di una guida turistica e un atlante geografico. Un ancor giovane Scerbanenco, nonostante i vincoli imposti del regime, riesce a costruire un solido giallo investigativo che, seppur debitore del modello anglosassone alla Ellery Queen, risulta affatto banale e ricco di colpi di scena. Merito anche della figura anti-eroica del timido archivista Jelling che, seppur diversissimo sul piano caratteriale, possiede 'in nuce' alcune caratteristiche (come gli studi di medicina e il non essere un investigatore 'ufficiale') in comune con quel Duca Lamberti che nella seconda metà degli anni '60 porterà grande fama a Giorgio Scerbanenco.
1 - Descrizione dell'opera tratta da: A. Busnengo, La bambola cieca, online: Mangialibri.com.
"Arthur Jelling era un uomo che aveva quarant'anni, aveva studiato medicina fino a venticinque anni, s'era sposato a ventiquattro, e altro non aveva fatto di più importante, se non scoprire la trama segreta di alcuni delitti famosi. Ma nella sua vita non era mai entrato il romanzo, se non di scorcio. Scoperto l'autore del celebre delitto, o archiviata la pratica dell'ultimo processo, egli tornava a casa, tra sua moglie e suo figlio, leggeva il giornale mangiando, leggeva un libro a letto, e la mattina era in ufficio, all'Archivio Criminale, come un qualunque impiegato, come il più oscuro degli impiegati, a catalogare interrogatori ed elenchi di referti, o stesure di alibi."(*1)
1- G. Scerbanenco, La bambola cieca, Milano, La nave di Teseo, 2020, p. 10.
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Fonte immagine - G.Scerbanenco, La bambola cieca, Milano, Mondadori, 1941.
Fonte immagine: B. Cartland, Un’azalea orientale, trad. di L. Zazo, Milano, Mondadori, 1979. (Fragrant flower, 1976). .
Adottata controvoglia dallo zio, la giovane Azalea si ritrova a essere la pecora nera di casa. Il generale Sir Frederick e sua moglie, Lady Emily Osmund, infatti, non vedono di buon occhio l’amato ed eroico padre di lei che aveva sposato una donna russa e che era morto ingiustamente con disonore. Quando il generale viene convocato a Hong Kong, Azalea viene pervasa da gioia ed emozione, soltanto per essere nuovamente bistrattata e abbandonata da tutti. Solo l’affascinante Lord Sheldon, giovane focoso, ma arrogante, sembra interessarsi a lei… Oltre a lui, Azalea stringe amicizia con una famiglia locale che le farà scoprire i loro usi e costumi. La felicità della ragazza, tuttavia, dura poco: Azalea viene infatti rapita dai pirati! Riuscirà la ragazza a salvarsi e a farsi una vita propria partendo da zero?(*1)
Trama tratta dall'inglese, online: BarbaraCartland.com. Traduzione a cura di L. Ciancitto.
Fonte immagine- B. Cartland, Sfida al destino, trad. di L. Zazo, Milano, Mondadori, 1982. (A Duel With Destiny, 1977)..
Quando il bel marchese di Swayne viene ferito in un brutto incidente in carrozza, i suoi servi lo portano a casa del medico locale, dove viene curato dalla bella figlia maggiore del dottor Winsford, Rowena. Nel suo cammino verso la guarigione il marchese è sorpreso di scoprire che la famiglia non è in grado di fornire il buon cibo e le bevande a cui è abituato e scopre che la famiglia è impoverita a causa dell’eccessiva generosità del medico nei confronti dei suoi pazienti più poveri e di chiunque gli faccia pena. E subito il Marchese cerca di mettere a posto la situazione. Quasi a prima vista il marchese si innamora di Rowena, ricambiato, e pare che tutti i loro sogni di amore e felicità si stiano per avverare fino a quando Rowena non si rende conto con orrore dell’eccessiva ossessione che il marchese nutre per il nome della sua famiglia e del suo status sociale significa, a causa della quale deciderà di non sposarla. Piuttosto, egli intende tenere Rowena in lussuosa casa a Londra come sua amante. Con i sogni ridotti in brandelli, l'amore di Rowena si trasforma in odio, e la giovane è determinata a battere l'uomo che ama in una battaglia di volontà e ingegno, con un po' di aiuto anche da parte della sua famiglia. Ma non può evitare il suo destino. E nemmeno il Marchese. (*1)
Trama tratta dall'inglese, online: BarbaraCartland.comTraduzione a cura di G. Cassandra.
La regina del rosa intervistata al David Letterman Show, 26 aprile 1983.
P.G. Wodehouse, Avanti Jeeves!, Milano, Monanni, 1928. (Carry on... Jeeves!, 1925).
Avanti Jeeves! è una raccolta di racconti in inglese di P.G. Wodehouse che hanno come protagonista Jeeves, il maggiordomo di tutti i maggiordomi.
"Le sue caratteristiche ne fanno un domestico assolutamente unico.È estremamente efficiente in tutti gli aspetti del suo lavoro. Ha inventato una bevanda la cui composizione è segreta (si sa soltanto che tra i suoi ingredienti ci sono il succo di pomodoro, l'uovo crudo, il pepe di Caienna e la salsa Worcester) ma che permette di curare pressoché istantaneamente i postumi della sbornia. Ha la caratteristica di entrare e uscire dalle stanze senza farsi notare; nelle parole di Bertie, «State parlando del più e del meno e improvvisamente avvertite una presenza, per così dire, ed eccolo lì». Ha un linguaggio ampolloso e ricco di citazioni latine, shakespeariane, o di altri poeti dei quali regolarmente Bertie ignora l'esistenza. È un membro attivo del Junior Ganymede Club (Club del Giovane Ganimede), un circolo per valletti e maggiordomi, in cui ogni membro deve tenere aggiornato un quaderno dedicato al datore di lavoro. La sezione dedicata a Bertie, la più corposa del circolo, è di ben undici pagine. Soprattutto, grazie alla propria intelligenza fuori dal comune e a conoscenze inesauribili in ogni campo dello scibile umano, riesce sempre a tirare fuori dai guai il proprio inetto padrone e gli altri personaggi che di volta in volta gli chiedono aiuto."(*1).
Jeeves, in "Wikipedia, l'enciclopedia libera", online: Wikipedia.
Nota al testo
Prima pagina
Bertie Wooster, l'io narrante, racconta le vicende seguite al primo incontro con Jeeves, assunto in sostituzione del suo precedente valletto Meadowes sorpreso più volte a rubare. Bertie è fidanzato con Fiorenza Craye, una fanciulla dal profilo meraviglioso, ma immersa fino al collo nei più seri princìpi. Bertie riceve un telegramma col quale Fiorenza gli ordine di recarsi immediatamente nella residenza di campagna dello zio Willoughby a Easeby. Recatosi immediatamente a Easeby in compagnia di Jeeves, Bertie vi trova Fiorenza dalla quale apprende che suo zio Willoughby ha scritto un'autobiografia, Memorie di una lunga vita, un libro pieno di fatti che riguardano persone che ritenute i prototipi del decoro, ma che sembra si siano comportati un tempo in una maniera che non sarebbe stata tollerata a bordo di una baleniera. Fiorenza ordina a Bertie di rubare il manoscritto e distruggerlo prima che sia spedito all'editore. Bertie cerca di sottrarsi all'ordine di Fiorenza, per timore di essere scoperto dallo zio Willoughby. Minacciato da Fiorenza di rottura del fidanzamento, Bertie ruba il manoscritto dello zio. Viene però visto da Edwin, il fratello boy-scout di Fiorenza, il quale, per compiere la sua buona azione quotidiana, rivela allo zio Willoughby chi è l'autore del furto. Sarà Jeeves a risolvere l'ingarbugliata situazione spedendo il libro all'editore, provocando così la rottura del fidanzamento fra Fiorenza e Bertie. Bertie licenzia Jeeves; l'indomani si rende conto che Jeeves aveva ragione e lo riassume.
Trama tratta da: Jeeves prende servizio, in "Wikipedia l'enciclopedia libera", online: Wikipedia.
Fonte immagine - P.S. Buck, Cielo cinese, trad. di B. Oddera, Milano, Mondadori, 1961. (China sky, 1941).
Cielo cinese (1 ed. 1941)
Il romanzo è ambientato durante la seconda guerra cino-giapponese (1937-1941) Nell'ospedale di una città cinese una dottoressa americana, Sara, si prodiga ad assistere e curare i pazienti, dirigendoli al rifugio durante i bombardamenti. Il medico responsabile dell'ospedale, Gray, di cui Sara è segretamente innamorata, le manda un telegramma dagli Stati Uniti, dove si è recato per raccogliere fondi, comunicando il suo matrimonio e incaricandola di preparargli un appartamento per sé e per la moglie. Al suo ritorno riprende il lavoro in comune mentre la moglie, insoddisfatta e impaurita per il pericolo dei bombardamenti, dà segni di insofferenza.Viene portato in ospedale, da un cinese capo della resistenza, un giapponese ferito e Sara lo opera promettendo al cinese che, appena sarà guarito lo riconsegnerà. La moglie di Gray fa amicizia con un medico cinese, Chung, molto ambiguo nel comportamento. Questi si mette d'accordo con il prigioniero giapponese per trattenerlo il più possibile in ospedale e convince la moglie di Gray a inviare messaggi che forniscono informazioni sulle truppe cinesi e gli obiettivi da bombardare. In cambio l'ospedale sarà risparmiato. Un'infermiera, sedotta da Chung e abbandonata, si vendica rivelando il complotto. Chang viene ucciso dal prigioniero giapponese e questo viene riconsegnato al comandante cinese. Gray, scoperto il ruolo della moglie nell'accaduto, deve confessare a sé stesso di non avere niente in comune con lei e di amare Sara. Il libro termina con il bombardamento dell'ospedale. È una prova che non ci sono più traditori e un invito alla speranza.
Fonte: Cielo cinese, in "Wikipedia, l'enciclopedia libera", online: Wikipedia.
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P.S. Buck, Vento dell'est: vento dell'ovest, trad. di A. Damiano, Milano, Mondadori, 1938. (East wind, West wind, 1930).
Vento dell'est: vento dell'ovest
Venti di trasformazione agitano la Cina all’alba del secolo XX, suscitando contrasti tra tradizione e innovazione, rispetto per l’antico e l’irrompere di una mentalità diversa. Educata secondo i precetti dell’Oriente e data in sposa a un giovane che ha studiato all’estero e rifiuta i valori del passato, Kwei-lan accetta di abbandonare a poco a poco le sue certezze, imparando così ad amare e a essere amata. Speculare è la storia del fratello, ribelle in nome di una moderna libertà di sentimenti, che ha studiato oltremare e al ritorno in Cina porta con sé la moglie americana. L’ostilità della grande famiglia e l’ostinazione del giovane provocano dolore e fratture, ma anche profonde trasformazioni che condurranno a un diverso incontro fra i due mondi.
Quarta di copertina - P.S. Buck, Vento dell'est: vento dell'ovest, Milano, Mondadori, 2021.
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Fonte immagine - Delly, Fanciulla eroica, Firenze, Salani, 1952. (Fille de Chouans, 1912?).
Fanciulla eroica (1 ed. 1912)
Orfana e sola, Ninetta viene accolta in casa del fratello Alessandro. Abituata alla vita libera e serena della campagna, la profonda diversità dell'ambiente, delle idee e delle abitudini, rende ben difficile a Ninetta il soggiorno in quella casa. Ma ben più dolorosa per lei è una pena segreta, il contrasto con la voce del suo cuore con un indegno amore adombrato da un tragico evento.
Fonte: Delly, Fanciulla eroica, Firenze, Salani, 1980, online:Amalibris.
Puoi trovare il testo completo in francese su "La Bibliothèque électronique du Québec".
Fonte immagine - Delly, La fine di una valchiria, Firenze, Salani, data incerta. (La fin d’une Walkyrie, 1916?).
La fine di una valchiria (1 ed. 1916?)
All'alba della prima guerra mondiale, nella Russia degli zar, il conte Boris Vlavesky Vladimirovich si stanca delle donne e della loro mediocrità. Ma il conte Vlasesky è bello, e ai cuori delle donne, fa fare le capriole con un semplice sguardo – che ovviamente è seducente! Nessuna però, malgrado la bellezza, la ricchezza e gli abiti, è capace di intenerire il suo cuore, troppo insensibile. Eppure la contessa Etschef si è ben compromessa per quel bell’ufficiale dell’armata imperiale; la bella Brunhilde, tedesca e contessa di Halweg, non ha occhi che per lui, proprio lei, il cui cuore, considerato insensibile, si è appena sciolto come neve al sole per uno straniero, per di più russo.
Ma ecco Boris raggiunto dai doveri derivanti dalla sua famiglia e dal suo rango: la giovane contessa Verenof, parente di sua madre, si trova orfana e senza un soldo. Rovinata da un nonno indifferente al futuro della sua bambina, e dai servi maliziosi della sua tenuta di Marniew, Aniouta Ivanovna non ha altra risorsa che la carità di suo cugino, il conte Vlavesky, che improvvisamente si trova l'anima di un tutore per la poveretta. Di fronte a questa bambina selvaggia, un anima gioiosa, sebbene poco risparmiata dalla vita, Boris sente l’amore fraterno fluire dentro le sue vene. Contro il parere di sua madre, per la quale un parente senza fortune non è più un parente, e anche contro le sue convinzioni passate, Boris si occupa della suo nuova sorella con devozione. E la presenza di questo brutto anatroccolo diviene, per Brunhilde, la valchiria impetuosa e spietata, un ostacolo molto preoccupante. La tedesca abbandona il suo Walhalla per cacciare senza discrezione l’oggetto del suo desiderio ardente, pronta a distruggere al suo passaggio la bella farfalla in cui si trasforma Aniouta. Inizia la guerra, che accresce lo slancio conquistatore della Contessa di Halweg, che non si fermerà davanti a niente pur di soddisfare il suo desiderio di vendetta e il suo patriottismo.
Questo romanzo dell'inizio del secolo scorso possiede quello che si potrebbe chiamare un fascino antiquato. Di un patriottismo esasperato, i personaggi servono in modo polveroso la gloria dei paesi alleati, vantando la grandezza della Russia e della Francia, non risparmiando le riflessioni decisamente razziste verso i tedeschi. Il nemico qui è una sirena incantata, ingannevole e pronta a tutto per servire la sua patria. «La sporca prussiana», qui descritta come rappresentativa della sua «razza», è una spia intraprendente, che mette il suo onore e la sua decenza ai piedi del Kaiser, una guerriera le cui manovre senza limiti per nuocere all'innocente Aniouta la rendono una vera malvagia, come non se ne fanno più!
Non si può che sorridere leggendo questo testo ben invecchiato. È un romanzo all’acqua di rose, uno vero, che riprende la ricetta drammatica delle passioni devastatrici su un fondo storico. L’amore, malgrado le convinzioni, malgrado gli eventi, malgrado gli stessi protagonisti, i brividi delle prime emozioni, la paura terrificante di essere respinti. Ma è anche, a suo modo, un romanzo di propaganda, apertamente diretta contro la Germania e il suo popolo, un libro che andrebbe rimesso nel contesto della sua pubblicazione, senza che questo faccia dimenticare l’ingenuità dei modi che usa.
Fonte: Trama non ufficiale. Delly, La fin d'un walkyrie, su "Critiques libres". Traduzione dal francese a cura di G. Cassandra, online: Critiques Libres.
Puoi trovare il testo completo in francese su "La Bibliothèque électronique du Québec".
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